La qualità ha bisogno di tempo
Quando le uniche distrazioni per un ragazzino con spiccate doti creative e manuali, erano quelle offerte da un’Italia da poco uscita dalla seconda guerra mondiale, il lavoro artigiano aveva il fascino di un gioco. Un gioco dove si interagiva con la materia, trasformandola in oggetti con una loro funzione… una loro bellezza. Un gioco in cui vecchi maestri artigiani hanno inventato mestieri che hanno fatto la storia del made in italy. Io, Marino Iommi, sono stato quel ragazzino. Amavo toccare e scegliere i pellami con cura insieme al mio “maestro”, capirne il valore la qualità, sentirne l’odore. Ricordo ancora quando a 14 anni sfasciai letteralmente la mia prima scarpa, curioso di sapere come fosse fatta… come fosse cucita. Con quella passione e curiosità il tempo aveva un altro sapore, un altro peso…quello del tempo che non viene sprecato.
Una lezione da imparare
Non si diventa un artigiano della calzatura dall’oggi al domani e fortunatamente ancora oggi valgono le regole di allora. Per produrre una scarpa di qualità non basta avere un bel team, avere macchinari di ultima generazione, avere disponibili ottimi materiali. La scarpa “vera” quella che tutti oggi amano definire “made in italy” è un insieme di piccoli, ma accurati passaggi, di dettagli, trucchi e attenzioni che si acquistano solo trascorrendo del tempo a provare e sbagliare, sbagliare e riprovare. Ricordo ancora il mio maestro ed i suoi rimproveri in manovia quando commettevo errori. Grazie a lui ho imparato ad avere attenzione e cura dei particolari. Sono quelli che fanno la differenza! Sono quelli che fanno sì che tu metta ai piedi scarpe di qualità, acquistate per il giusto valore. Avevo 17 anni e dedicando anima e corpo, sapevo già creare una scarpa dall’inizio alla fine… nulla mi rendeva più orgoglioso.
L’artigiano imprenditore
Sono sempre stato dell’opinione che se una persona è seria ed ha voglia di lavorare prima o poi un obiettivo lo raggiunge. A soli 20 anni credevo di avere già raggiunto il mio: ero capofabbrica. Era mia la responsabilità sulla produzione e controllo della qualità del prodotto e ne andavo fiero. Per quei tempi potevo ritenermi fortunato, avevo un lavoro che amavo ed ero ben retribuito. Ma evidentemente non era quella la mia strada e così dopo una diversità di vedute con il titolare del tempo, decisi di fondare il Calzaturificio Marco Iommi. Era il 1973 e producevamo sempre scarpe da donna, ma passammo alla linea comfort nel 1980, da allora tutto ciò che ho imparato, tutto ciò che sono è impresso nelle calzature Gioiello, che ancora amo curare con amore insieme ai miei figli Cristina e Marco, a loro ho voluto trasmettere tutta la passione ed il rispetto che questo mestiere merita. Perchè mi piace pensare che chi indossa una scarpa Gioiello, porta con sè un pò della mia storia e la mia…è una storia italiana comune ad ogni vero artigiano.
UNA REALTA’ FAMILARE
una famiglia GIOIELLO
Cristina Iommi e Marco insieme al padre Marino, oggi come allora, portano avanti i valori dell’artigianato made in italy basato sulla serietà, sulla qualità e sull’attenzione al prodotto. Perchè la tradizione è importante e aiuta a vedere più chiaro il futuro, garantendo sempre un prodotto al passo con i tempi, ma sempre legato alla produzione artigianale garante della cura dei dettagli e onesta nell’uso dei materiali tassativamente di prima scelta. Il valore delle cose deve tornare a come sono fatte e con cosa, oltre allo stile ed alla moda.